Laser a eccimeri

I primi laser ad eccimeri sono stati sviluppati all’inizio degli anni 70 nell’ambito dei programmi di sviluppo della tecnologia industriale, infatti inizialmente queste sofisticate apparecchiature venivano utilizzate per praticare finissime incisioni sui circuiti stampati del computer. L’utilizzo del laser ad eccimeri in oftalmologia e’ stato proposto per la prima volta nel 1983 dallo statunitense Stephen Trokel.
Il Laser ad eccimeri e’ un apparecchio in grado di produrre un fascio di luce con una lunghezza d’onda di 193 nanometri, quindi nel campo dell’ultravioletto, di colore omogeneo e non visibile.Un fascio di luce laser con queste caratteristiche si sostituisce al vecchio bisturi del chirurgo tradizionale con il vantaggio di un costante controllo da parte di un computer. Il raggio laser al contatto con la cornea, grazie alla sua energia, e’ in grado di asportare (ablare) piccole quantita’ di tessuto (0,25 micron ad ogni impulso) mediante un fenomeno di evaporazione tessutale, senza peraltro danneggiare il tessuto circostante.Con questa procedura si ottiene un rimodellamento del profilo corneale con una variazione del suo potere refrattivo mirato a ridurre, e nei casi migliori, a correggere completamente il vizio refrattivo dell’occhio.
Il profilo corneale viene appiattito in caso di miopia e incurvato in caso di ipermetropia, nel primo caso il potere diottrico corneale diminuira’ e nel secondo caso andra’ incontro ad un aumento; in entrambi i casi lo scopo e’ quello di portare il fuoco delle immagini sul piano retinico. L’evoluzione tecnologica di queste macchine nel corso di questi ultimi anni e’ stata enorme. Oggi nei centri di chirurgia refrattiva piu’ all’avanguardia sono disponibili macchine di ultima generazione tra le cui caratteristiche particolarmente importanti si sono dimostrate: -Eye-tracker -sistema di inseguimento dell’occhio; -Customized Ablation – profilo di ablazione personalizzata